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sephirot
OLIOLI
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MessaggioInviato: 14 Gen. 2005, 21:36    Oggetto: Rispondi citando

Biran ha scritto:
secondo me la storia di quello che gli ha tirato il tronco della macchina fotografica era d'accordo con lui e l'ha fatto solo per far fomentare la sinistra e far vedere che lui è buono e magnanimo e non lo querela , e per far vedere ancora di più quale bestia ottusa è la sinistra che nn capisce che più gli da addosso più si copre di ridicolo


Ne stavo parlando oggi a scuola col nazi friend. Anche perchè del tipo non si è più sentito parlare...

Comunque l'imperatore viene eletto perchè, come sostenne a suo tempo Machiavelli e come io ho ribadito sulla verifica cazzuta di oggi con questa esatta parola, la gente è STUPIDA. Penso che almeno su questo Hiei mi quoterà... E non scappare, che lo so che di tempo ne hai... Lo sai meglio di me, non si lascia mai uno scontro a metà. Perchè il nemico si incazza... Ma sfortunatamente per te il mio incazzarmi fa solo aumentare la mia concentrazione, nonchè la mia già notevole riserva di Odio liquido che conservo all'interno del mio corpo. Quindi torna presto, che ci godo troppo a litigare con uno che... Ma per questo ti ritorno a quell'antico e forse dal tuo cervello bypassato PM. Se ti serve una rinfrescatina alla memoria, vecchio, te lo rimando.

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Hiei
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MessaggioInviato: 07 Giu. 2005, 01:44    Oggetto: Rispondi citando

sephirot ha scritto:
E non scappare, che lo so che di tempo ne hai... Lo sai meglio di me, non si lascia mai uno scontro a metà. Perchè il nemico si incazza... Ma sfortunatamente per te il mio incazzarmi fa solo aumentare la mia concentrazione, nonchè la mia già notevole riserva di Odio liquido che conservo all'interno del mio corpo. Quindi torna presto, che ci godo troppo a litigare con uno che... Ma per questo ti ritorno a quell'antico e forse dal tuo cervello bypassato PM. Se ti serve una rinfrescatina alla memoria, vecchio, te lo rimando.

Fare un giro sul forum non è servito a niente quindi me ne torno da dove sono venuto, se vuoi concludere qui dovrai attendere, altrimenti ce la vediamo di persona...

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di quello a cui si debbono mostrare le catene che lo imprigionano perche' divenga consapevole del suo stato"




Dire "non mi interesso di politica" è come dire "non mi interesso di sesso" mentre ti stanno inculando

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sephirot
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MessaggioInviato: 07 Giu. 2005, 18:04    Oggetto: Rispondi citando

Non mi cambia assolutamente nulla. Nulla. Sei tu quello grosso no? Vedi tu.
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sephirot
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MessaggioInviato: 19 Apr. 2006, 21:37    Oggetto: Rispondi citando

Vabeh infiliamoci qui dentro

Hiei ti rendi conto vero che con l'ultima legge elettorale l'Italia cade in mano ancora più evidentemente alla partitocrazia? Ok fin qui ci siamo tutti credo, persino Harlock. Il nostro (di cittadini) potere decisionale cade a zero, ancor più di quanto fosse basso prima, perchè almeno potevi sceglierti il candidato, poi sul fatto che fosse inutile non si discute. Ora, qual'è l'unico e ovvio sistema per combattere tutto ciò? La rivoluzione. Anzi no, la Rivoluzione. Giusto. Bello. Simpatico. E citando Michael Moore (se non erro la citazione era sua), la rivoluzione è semplicemente il passaggio di potere da una classe all'altra. Ovvio e basilare. L'essere umano è condizionato al punto da richiedere un centro di potere forte in qualunque caso. Ora, capisco tutto quello che c'è dietro e l'imminente sterminio (ahah) e tutto il resto, ma simpaticamente continuo a chiedermi quale sia la tua soluzione o svolta a tutto ciò. L'unico problema che ti poni è come cambiare gli altri, ma se non spieghi quel che vuoi tu è difficile.
Certo tu mi dirai che non sei qui per dare la pappa pronta, ma se non la dai nessuno ti seguirà. Contaci. Devo ricordarti il concetto di popolo bue? No perchè di certo già lo sai dassolo. Ora le cose sono due: o capisci che stai sprecando il tuo tempo, liberissimo di farlo, oppure miri semplicemente a confondere ancora di più le idee di qualcuno, per dei tuoi scopi occulti. Nel primo caso mi va bene, nel secondo idem. Uhm, il discorso era autorivolto? Probabilmente sì. Sono riuscito a mettere per iscritto due considerazioni. Buono.

Comunque per curiosità, quali sono i tuoi piani per il futuro? Se proprio non vuoi scrivere qua hai la mia mail, il mio numero e sai dove abito. Fammi sapere qualcosa, sono curioso di sapere cosa vuoi fare. Tanto per non metterti "i bastoni tra le ruote", come sei solito dire.

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MessaggioInviato: 19 Apr. 2006, 22:35    Oggetto: Rispondi citando

sephirot ha scritto:
Vabeh infiliamoci qui dentro

Hiei ti rendi conto vero che con l'ultima legge elettorale l'Italia cade in mano ancora più evidentemente alla partitocrazia? Ok fin qui ci siamo tutti credo, persino Harlock. Il nostro (di cittadini) potere decisionale cade a zero, ancor più di quanto fosse basso prima, perchè almeno potevi sceglierti il candidato, poi sul fatto che fosse inutile non si discute. Ora, qual'è l'unico e ovvio sistema per combattere tutto ciò? La rivoluzione. Anzi no, la Rivoluzione. Giusto. Bello. Simpatico. E citando Michael Moore (se non erro la citazione era sua), la rivoluzione è semplicemente il passaggio di potere da una classe all'altra. Ovvio e basilare. L'essere umano è condizionato al punto da richiedere un centro di potere forte in qualunque caso. Ora, capisco tutto quello che c'è dietro e l'imminente sterminio (ahah) e tutto il resto, ma simpaticamente continuo a chiedermi quale sia la tua soluzione o svolta a tutto ciò. L'unico problema che ti poni è come cambiare gli altri, ma se non spieghi quel che vuoi tu è difficile.
Certo tu mi dirai che non sei qui per dare la pappa pronta, ma se non la dai nessuno ti seguirà. Contaci. Devo ricordarti il concetto di popolo bue? No perchè di certo già lo sai dassolo. Ora le cose sono due: o capisci che stai sprecando il tuo tempo, liberissimo di farlo, oppure miri semplicemente a confondere ancora di più le idee di qualcuno, per dei tuoi scopi occulti. Nel primo caso mi va bene, nel secondo idem. Uhm, il discorso era autorivolto? Probabilmente sì. Sono riuscito a mettere per iscritto due considerazioni. Buono.

Comunque per curiosità, quali sono i tuoi piani per il futuro? Se proprio non vuoi scrivere qua hai la mia mail, il mio numero e sai dove abito. Fammi sapere qualcosa, sono curioso di sapere cosa vuoi fare. Tanto per non metterti "i bastoni tra le ruote", come sei solito dire.


io di sapere cosa vorrebbe fare glil'ho gia' chiesto almeno una volta, ma non mi e' sembrato brillare di idee... perlomeno realizzabili a breve...

qui dentro credo che ci sia troppa gente con inutili verita' e grosse capacita' di criticare gli altri...questi dovrebbero darsi una calmata...

chiedo venia ad Akito ed a tutti glia altri x i post leggermente spammosi...

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MessaggioInviato: 20 Apr. 2006, 00:24    Oggetto: Rispondi citando

Non esistono progetti realizzabili a breve per cambiare, bisogna progettare. Comunque attendo risposta del "pezzo grosso".
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MessaggioInviato: 20 Apr. 2006, 00:29    Oggetto: Rispondi citando

sephirot ha scritto:
Non esistono progetti realizzabili a breve per cambiare, bisogna progettare. Comunque attendo risposta del "pezzo grosso".


Infatti!

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MessaggioInviato: 20 Apr. 2006, 16:12    Oggetto: Rispondi citando

sephirot ha scritto:
L'unico problema che ti poni è come cambiare gli altri, ma se non spieghi quel che vuoi tu è difficile.
Certo tu mi dirai che non sei qui per dare la pappa pronta, ma se non la dai nessuno ti seguirà.

Ecco perchè dico che sei un pecorone, non l'avessi ancora capito...tolto che mi frega zero di cambiare gli altri e che sia su determinate idee e quel che voglio ci sono due se non tre topic diversi almeno, visto che "ho poche idee" dice qualcuno che forse non è analfabeta solo della democrazia a 'sto punto...

Quel che voglio io? Dare la pappa pronta perchè mi seguano? Cioè (ipoteticamente) sostituire una dittatura dei soliti ignoti con un'altra, la mia? Molto utile, davvero...non è certo una soluzione. O almeno, non è una soluzione che mi interessa...

Possibile che da soli, senza qualcuno che vi dica cosa fare non siete proprio capaci di fare niente?

EDIT: Vabbè, visto che ho trovato un po' di "pappa pronta" e il cut & paste è roba di un attimo...visto che c'è ancora qualcuno con un po' di cervello che ha anche l'infinita pazienza di scrivere a beneficio dei fessacchiotti...


www.luogocomune.net ha scritto:
I krumiri delle noste libertà
pubblicato da Redazione il 20/4/2006 3:35:32 (718 letture)

Dopo aver copiato in tutto e per tutto le elezioni americane - dal "format" dei dibattiti televisivi al loro vuoto di contenuto, dal finale-suspense, con capovolgimento degli exit-poll, fino al riconteggio manuale dei voti - siamo riusciti a rovinare la pantomima dimenticandoci proprio della parte più importante: la scena finale.

Mentre Al Gore, al momento dell'annuncio della Corte Suprema, aveva saputo stringere i denti, e andare in televisione a dire: "la battaglia è finita. Non concordo con il risultato, ma lo accetto", il nostro elegante Premier sta facendo davanti al mondo la figura di un bambino di sei anni che non vuole saperne di uscire dal parco giochi dove si stava divertendo un mondo.

Ma non è lui il vero problema. Con l'invito a non illudersi che con il recalcitrante adolescente se ne possano andare anche tutti i mali che affliggono il nostro paese, ripubblichiamo un vecchio articolo, che risale all'estate del 2004.

I KRUMIRI DELLE NOSTRE LIBERTÀ

06.07.04 - Quando Berlusconi se ne sarà andato (prima o poi dovrà ben succedere), l'Italia inizierà a rendersi conto del disastro imperdonabile che quest'uomo, con la sua politica - ma soprattutto col suo modo di pensare - ha portato in ogni angolo del nostro paese, in ogni angolo delle nostre istituzioni, in ogni angolo delle nostre anime.

Che l'Italia non abbia mai avuto governi effettivi, non si discute nemmeno. Ma una cosa erano i governi di facciata, infinite versioni dell'eterno immobilismo democristiano, tanto inefficaci rispetto al progresso, quanto innocui rispetto al nostro quotidiano. Un'altra è Berlusconi, tanto efficace rispetto al più totale regresso, quando deleterio rispetto alla comune scala di valori che noi tutti dovremmo preservare, se vogliamo vivere piacevolmente l'uno accanto all'altro.

Quando invece ciò che era brutto diventa "bello" per circolare ministeriale, ciò che era ingiusto diventa "giusto" per decreto legge, ciò che era proibito diventa "legale" per palese violazione costituzionale, non solo quei valori vanno a farsi benedire, ma le stesse istituzioni perdono valore agli occhi del cittadino, ed alimentano una spirale verso il basso di cui ormai non è difficile intravvedere la conclusione.

La "legge del Far West" si chiamava così proprio perchè legge non era: il più forte decretava i propri valori e la propria giustizia, e li imponeva poi a tutti gli altri.

Ma perchè noi permettiamo che tutto ciò accada? Saremo forse un popolo di menefreghisti, che si preoccupano ciascuno del proprio orto e basta, ma stupidi non lo siamo, e ciechi nemmeno. E che i danni di cui già soffrono in molti oggi verranno prima o poi a detrimento di tutti, dovremmo arrivare a comprenderlo senza tanta fatica. Che cosa può averci mai intontito, al punto da non preoccuparci più nemmeno di difendere quei valori a cui dovremmo tenere sopra ogni altra cosa?

Sono stati i mezzi di informazione.

E' li che l'erosione dei valori è iniziata, già nei primi anni '80, con le TV locali di un imprenditore edile che sognava di "arrivare in tutte le case d'Italia". Oggi lo abbiamo capito fin troppo bene, perchè volesse arrivarci.

E fu da quel giorno che i nostri valori fondamentali - quei parametri di riferimento, belli o brutti che siano, che tengono insieme una qualunque struttura siociale - hanno cominciato a sgretolarsi di fronte alla valanga inarrestabile di tette, goal e formaggini che ci veniva propinata ad ogni ora, e che sembra ormai in grado di nutrirsi da sola.

Magari non particolarmente colto, ma di certo non stupido, l'uomo delle TV ha poi pensato di mettere sotto controllo anche la carta stampata, per non avere più nessuna fonte da cui potesse nascere un reale contraddittorio. E con le dimissioni dell'ultimo direttore del Corriere, avvenute più di un anno e mezzo fa, la partita si è chiusa senza possibilità di rivincita. Nel panorama nazionale resta solo un'isola, rossa ormai forse più di rabbia che di effettiva valenza politica.

Per quel che riguarda la stragrande maggioranza degli italiani - tutti quelli che ancora non fanno uso di Internet - siamo quindi da tempo disinformati in maniera univoca da uno squadrone compatto di TV e quotidiani, che fanno capo a chi vende all'Italia tutto quello che ha da comperare, e che nel frattempo ne guida anche il governo.

Forse in fondo aveva ragione lui: il conflitto di interessi in realtà non c'è, o comunque oggi non c'è più.

Ammettiamolo, è stata un'operazione grandiosa e lungimirante, di fronte alla quale non si può non levare tanto di cappello. Ma è anche un'operazione che sarebbe stata impossibile senza la complicità di un elemento indispensabile: i giornalisti.

Sono loro i krumiri delle nostre libertà.

Ricattabile direttamente alla radice - il posto stesso di lavoro - il giornalista infatti ha progressivamente accettato di far parte di un gioco che non può, assolutamente, non aver riconosciuto prima o poi lungo la strada: nel momento infatti in cui inizi a modificare la tua voce, per compiacere chi ti paga, non puoi che farlo in modo cosciente e razionale.

Diciamoci subito una cosa, a scanso di perdite di tempo: il giornalista "sa". Rispetto a quello che accade dietro le quinte, egli "sa" quale sia, almeno a grandi linee, la vera verità. Egli sa benissimo, ad esempio, che non può essere stato uno sceicco annoiato a buttare giù le torri di New York, solo per fare un dispetto alla felicità dell'occidente. E se per caso non lo sapesse, ha il sacrosanto dovere di informarsi fino in fondo: il mezzo per farlo oggi c'è, e si chiama Internet. E' un mare vasto ed infido, non si discute, ma per chi vuole davvero trovarli, gli approdi giusti sono tutti raggiungibili. Se bene o male riusciamo ad arrivarci noi comuni cittadini, che lottiamo quotidianamente per non affogare nel mare di bugie che ci circonda, il giornalista non può non arrivarci in tempi e modi almeno pari ai nostri.

Ma evidentemente, al di là dei motivi di ciascuno, egli sceglie invece di tacere o preferisce non sapere.

E così, piano piano, abbiamo accettato che dei disperati senza nemmeno la licenza per un Cessna scorrazzino per ore con dei Boeing nei cieli della difesa più impenetrabile del mondo. Che i palestinesi, gli afghani, gli iracheni, ed ormai chiunque si metta per un momento un tovagliolo in testa, siano soltanto "terroristi" che aspettano impazienti di morire per Allah. Che quindi l'Islam sia una religione violenta e vada estirpata ad ogni costo. Che Sharon possa travolgere vite e villaggi altrui a piacimento, perchè tanto lui sta dalla parte dei buoni. Che fondamentali scelte che riguardano l'ambiente, la salute, e la stessa vita in comune, debbano sottostare a criteri puramente economici, sotto la falsa pretesa che guidare uno stato equivalga a condurre una fabbrica di pomodori. Che guerra si dice missione umanitaria, che libero mercato si dice democrazia, che invadere si dice aiutare, che eccetera eccetera eccetera.

Senza nemmeno accorgercene, stiamo accettando che il brutto è bello, l'ingiusto è giusto, l'illegale è legale.

Ma mentre gli ingredienti, in quel minestrone di valori odierno, li butta il politico di turno, chi gira il mestolo - come dicevamo - è sempre il giornalista. Senza di lui, la cena non può comunque essere servita.

Viene allora legittimo porre una domanda: è davvero così ingiusto chiedere a ciascuno di loro - individualmente, come singoli - di rischiare apertamente il proprio pane, pur di non contribuire più a questo crimine ideologico?

Sia ben chiaro, non gli si chiede di lottare coi mulini a vento per far passare notizie sgradite alla direzione. Il diritto alla linea editoriale esiste da sempre, e rimane sacrosanto. Gli si chiede solo di non scrivere ciò che sappia essere, con relativa certezza, una bugia. Nient'altro. Se sei convinto, ad esempio, che non sia stato bin Laden a buttare giù le torri (ed hai fondati motivi per crederlo), rifiutati di firmare articoli in cui ciò sia invece dato per scontato, per implicito, per sotteso, onde evitare di diventare tustesso complice della più grossa menzogna della storia umana. Piuttosto scrivili, se proprio devi, ma offri al tuo direttore di firmarli lui stesso. Perchè dovrebbe rifiutarsi, dopotutto?

"Certo - sento già dire - se lo facessero tutti, sarei io il primo..."

E bravo, grazie! Anch'io in quel caso sarei il primo, cosa ci vuole? Anzi, sarei proprio un fetente a non farlo, a quel punto. Ma tu lo sai e io lo so che una cosa del genere, come "categoria", non avverrà mai: ed è proprio su questo che conta chi ti paga per mentire!

C'è poi l'altra obiezione: ma tanto, se non li scrivo io, quegli articoli li scriverà qualcun altro. Ebbene: che differenza c'è, fra il giornalista che risponde così, ed il krumiro che va in fabbrica, giustificandosi con un "tanto se non vado io, prendono qualcun altro al mio posto?"

E' da solo che devi fare quella scelta. Tu, di fronte alla tua coscienza di uomo, conscio delle responsabilità che ti sei assunto verso i tuoi simili, nel momento in cui hai scelto di fare quel mestiere e non un altro. E senza stare a guardare cosa fa il collega accanto, nè aspettare che altri si muovano per te, sperando magari di ritrovarti la pappa pronta. Non esiste un "luogo deputato" - un partito, una corporazione, quello che vuoi tu - a cui fare riferimento per iniziare questa rivoluzione. Questa è una rivoluzione di valori, non di entità fisiche, e come tale non può che avvenire all'interno di ciascuno di noi.

Anche se magari ti costa il pane, o anche solo ti obbliga per un pò a quello di crusca.


Massimo Mazzucco

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MessaggioInviato: 20 Apr. 2006, 18:17    Oggetto: Rispondi citando

Quando avrò voglia lo leggerò, io le mie idee già ce le ho su quel che devo fare se non si era ancora capito, quello che ho sviluppato era un discorso non omogeneo ma consecutivo se non si fosse capito , stavo solo cercando di capire un paio di cose (come mi pare di aver scritto alla fine). A parte ciò, a casa mia lo scambio di idee e/o progetti non si è mai chiamato dittatura, ma scambio di idee e/o progetti. Poi vedi tu. Io mica chiedevo la pappa pronta per me.

A parte ciò, con "gli altri" non intendevo me o Harlocco, bensì tutto il resto della popolazione mondiale, che, avendo io gentilmente letto i topic nei quali spieghi le tue idee, è presa in causa in un processo generalizzato di crescita mentale non indifferente. Me la vedo poco la gente che da una dittatura quale quella attuale riesce a vivere in un mondo come lo vuoi tu, per questo dicevo che la gente la devi voler cambiare, sennò vuol dire che sei un idealista, ovvero una di quelle persone che in passato se non erro hai dichiarato di disprezzare.

...

Leeeeeeeetto.

...

Ora ricordo, tu sei quello che beve litri di whiskey e sostiene la disobbedienza verso le multinazionali.

Riguardo l'articolo, credo di dover ancora esprimere tutto il mio ribrezzo verso la disobbedienza civile, che è solo un mero palliativo per la propria coscienza. Vera disobbedienza = violenza. Danneggiare l'interesse non con azioni passive, ma attiva, che danno risalto al proprio agire. Non nel tentativo di zittire la propria coscienza ma di metterlo nel culo a chi ti frega. Almeno un pò. Almeno finché non si riesce a fare il colpaccio.

Poi ognuno lotta come gli pare, accetto il contraddittorio molto volentieri a riguardo.

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Capitan_Harlock_84
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MessaggioInviato: 21 Apr. 2006, 02:04    Oggetto: Rispondi citando

penso che invece di criticare sempre i mezzi che abbiamo a disposizione si a+ logico e sensato migliorare i mezzi che abbiamo col sngue e la lotta e buttandosi nella mischia e facendo girare le cose al meglio possibile nel verso giusto...


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MessaggioInviato: 23 Apr. 2006, 12:37    Oggetto: Rispondi citando

Capitan_Harlock_84 ha scritto:
penso che invece di criticare sempre i mezzi che abbiamo a disposizione si a+ logico e sensato migliorare i mezzi che abbiamo col sngue e la lotta e buttandosi nella mischia e facendo girare le cose al meglio possibile nel verso giusto...

Tu sei proprio il supermercato delle frasi fatte, eh?
Sephirotto ha scritto:
Me la vedo poco la gente che da una dittatura quale quella attuale riesce a vivere in un mondo come lo vuoi tu, per questo dicevo che la gente la devi voler cambiare, sennò vuol dire che sei un idealista, ovvero una di quelle persone che in passato se non erro hai dichiarato di disprezzare.

Dove lo vedi tu il mio presunto idealismo poi...mi sembrava di essere stato chiaro: prima lascio che loro spazzino via una bella fetta di idioti dal mondo, poi io spazzo via loro, dopo avrò tutto lo spazio che serve...e se sono rimasti troppi idioti in giro, beh, dare un'ulteriore sfoltita sarà un piacere.

Ah, e quel progetto non vorrei fraintendeste come al soito vista la vostra ingenuità da cosa nasce: in primis, è che voglio vedere se ci riesco, diciamo una scommessina con me stesso, secondo, mi servono le infrastrutture che solo quel tipo di mondo può offrire per perfezionare armamenti e tecniche di combattimento e progredire sulla mia "via del guerriero" per tenersi in tema coi topic.

Come vedi i miei interessi sono del tutto personali.

Sephirotto ha scritto:
Ora ricordo, tu sei quello che beve litri di whiskey e sostiene la disobbedienza verso le multinazionali.

Se questa vuole essere una battuta, non ha il minimo senso...le multinazionali vi imbottiscono di Coca-Cola e altre schifezze imbottite di aspartame (una potente neurotossina) mentre il whisky è antico e tradizionale, non certo figlio della globalizzazione e la patria del whisky è l'Irlanda, e la Scozia se vogliamo, non certo il Tennesse, o la Cina.

Sveglia, basta credere alle favole...

Sephirotto ha scritto:
Riguardo l'articolo, credo di dover ancora esprimere tutto il mio ribrezzo verso la disobbedienza civile, che è solo un mero palliativo per la propria coscienza. Vera disobbedienza = violenza. Danneggiare l'interesse non con azioni passive, ma attiva, che danno risalto al proprio agire. Non nel tentativo di zittire la propria coscienza ma di metterlo nel culo a chi ti frega. Almeno un pò. Almeno finché non si riesce a fare il colpaccio.

Il solito pecorone. Le armi a disposizione si usano tutte, tu ti butti sulla violenza indiscriminata perchè LORO ti hanno condizionato a farlo, perchè sei il solito ottuso pecorone che si è fatto convincere che fa figo...guarda che il controllo mentale non è uiforme, è mirato e strutturato.
E a loro servono i polli come te che fanno casino a casaccio rendendoli più forti...eh, sì, quelli come te sono parte integrante della loro manovra, senza i polli che fanno un po' di casino senza far loro nemmeno il solletico, ma dandogli i pretesti che loro vogliono - e che ti hanno indotto a creare - per giustificare la repressione.

Sveglia...toh, due articoli, uno sul voto - metto il link per via delle immagini e uno specifico per Harlocco a beneficio del suo "patriottismo"...



http://www.luogocomune.net/site/modules/news/article.php?storyid=1132

E due:

25 APRILE: QUESTA ITALIA IN CUI NULLA CAMBIA, UN PAESE DI OPPORTUNISTI
CARLO PASSERA intervista MASSIMO FINI

Massimo Fini, tra pochi giorni sarà l’anniversario della Liberazione. Alcuni, a sinistra, già auspicano che quei cortei divengano, come e più del solito, una sorta di “parata†unionista che celebri la vittoria su Berlusconi e la Cdl. Ancora una volta si vuole un 25 aprile ben schierato...

"Sì. Ma il problema relativo al 25 aprile non è solo nell’appropriazione politica da parte della... ...sinistra, ma nell’equivoco storico di fondo".

Ovvero?

"La Resistenza è stato lo strumento con il quale noi italiani abbiamo fatto finta di aver vinto una guerra che, invece, avevamo perso. In questo modo non abbiamo mai fatto i conti con noi stessi, con gravi conseguenze pratiche, oltre che culturali, basti pensare a tutta la vicenda delle Brigate rosse, tanto per fare un esempio. La Resistenza è stata il riscatto morale solo per quelle poche decine di migliaia di uomini e donne che vi hanno preso parte; ma ebbe un’importanza assolutamente minima all’interno di quell’evento tragico e grandioso che fu la Seconda guerra mondiale. Ovviamente, l’Italia l’hanno liberata gli alleati, non certo i partigiani; e ricevere la libertà dagli altri non è come conquistarsela".

Non è la stessa cosa, anche perché a ricevere la libertà dagli altri c’è forse un pedaggio da pagare, non è forse così?

"Non c’è dubbio, noi abbiamo pagato e continuiamo a pagare una sorta di “tassa†agli americani. Economicamente, politicamente, militarmente e alla fine anche culturalmente.
Direi anzi che, mentre il pedaggio politico-militare c’è stato da sempre, quello culturale è venuto aumentando gradualmente. Negli anni Cinquanta noi avevamo ancora una capacità di “resistenza†antropologico-culturale nei confronti di certe cose kitsch che arrivavano dagli Stati Uniti (dicevamo: “È un’americanataâ€) e consideravamo gli americani in modo bonario, ma non acritico. Poi questi argini hanno ceduto. E sai quando questo è successo, soprattutto? Negli anni Settanta, ossia in quelli della m assima contestazione marxista-leninista e del “Nixon boiaâ€".!

Perché proprio negli anni Settanta? Forse perché le nuove generazioni di allora erano in fondo state educate nel mito dell’America?

"La contestazione era una faccenda di superficie, perché gli stessi giovani usavano gli strumenti della modernità che venivano dagli Usa. Davanti ai ritrovi dei contestatori erano parcheggiate le loro Harley-Davidson".

Mi viene in mente una famosa frase di Nanni Moretti, riguardante i dirigenti comunisti di oggi, che erano i contestatori di allora: “Io me li ricordo alla Fgci, vedevano Happy Days, questa è la loro formazioneâ€.

"Esatto. Avevano abbracciato l’ideologia marxista-leninista, ma erano profondamente “americanistiâ€. In Italia è mancato un dibattito serio e importante nel quale ci si chiedesse come modernizzarsi senza americanizzarsi. Se ne discusse solo prima del fascismo, e poi durante il Ventennio: l’America veniva vista come una democrazia - quindi un potenziale avversario del regime - ma d’altra parte anche come un Paese nuovo, quello del cinema che veniva ammirato ma nello stesso tempo avvertito come possibile strumento di propaganda. Erano insomma discorsi “altiâ€, c’è anche un bel saggio dello stesso Mussolini su questi temi. Poi non se n’è più parlato: negli anni Settanta c’era un gran gracidare contro l’America, senza chiedersi cosa fosse nel suo complesso, nel bene e nel male. Infatti si contestò il miglior presidente americano che si è avuto nel Dopoguerra, Richard Nixon".

Oggi questo processo di americanizzazione del Paese è giunto a compimento?

"Dal punto di vista della vita quotidiana, assolutamente sì, in tutta Europa. C’è ormai poca differenza tra la nostra way of life e quella statunitense. Cresce invece una contestazione politica, oggi molto più motivata e motivabile di allora. L’America non aveva l’aspetto estremamente aggressivo che mostra in questi anni; non c’era la guerra preventiva. Io sono esterrefatto dalla vicenda iraniana, estremamente preoccupante".

Come vedi la questione?

"Beh, Teheran dice che vuole fare il nucl! eare civile, accetta le ispezioni dell’agenzia internazionale ma viene comunque sospettata di preparare la bomba atomica di nascosto, non si sa dove. Ma possono davvero bastare questi sospetti non provati per organizzare - come hanno rivelato giornali statunitensi e inglesi - piani di attacco anche nucleare nei confronti dell’Iran? La cosa fa accapponare la pelle. Sulla base di sospetti così inconsistenti si può anche bombardare il Polo Nord".

La guerra irachena avrà magari futuri sviluppi imprevedibilmente felici, ma per ora appare un mezzo disastro, per non dir di peggio. Sulla scorta di quell’esperienza, è mai possibile che gli Usa davvero vogliano imbarcarsi in uno scontro mille volte più difficile?

"Dal punto di vista logico, sembrerebbe una cosa quasi impossibile. C’è il disastro iracheno ancora in corso, che oltre alle migliaia di morti ha regalato un’area enorme a quel terrorismo internazionale che dovremmo combattere. Poi, con l’esercito Usa impegnato da quelle parti, mancano proprio i mezzi per attaccare l’Iran, a meno che non si voglia davvero usare la bomba atomica. D’altra parte l’Iran non è l’Iraq, è un grande Paese, compatto. Un’iniziativa di questo genere inoltre sconvolgerebbe tutto il Medio Oriente, farebbe saltare Mubarak in Egitto e tutti i dirigenti dei cosiddetti “Paesi arabi amiciâ€. Sarebbe una catastrofe. Eppure vedo i vari Rumsfeld, Bush e Condoleezza Rice che continuano a premere sull’acceleratore. Non si capisce nemmeno su che basi abbiano deferito l’Iran davanti al Consiglio di sicurezza Onu - cioè davanti a loro stessi: Teheran ha accettato le ispezioni dell’Aiea, qual è dunque la colpa?".

Può essere che Washington faccia la voce grossa proprio perché sa di non poter davvero intervenire sul campo?

"È probabile. C’è chi dice che il rilancio Usa e certe dichiarazioni di Ahmadinejad facciano parte di una guerra psicologica. Ma “tanto tuonò che piovveâ€: è una tattica molto pericolosa. Diverso sarebbe dovuto e ssere l’approccio a un Paese come l’Iran che è una teocrazia! , cioè non una democrazia ma nemmeno una dittatura e ha una classe dirigente eletta e seguita dalla stragrande maggioranza del Paese. È una potenza regionale con tutto il diritto di essere considerata tale. Aggiungiamo anche come si ragioni meglio con Stati strutturati e forti che con schegge impazzite. D’altra parte, il problema mediorientale sarebbe stato in buona parte risolto se non avessimo impedito a Khomeini di vincere la guerra con Saddam. Tutta la regione avrebbe trovato un suo equilibrio".

L’atteggiamento degli Usa nei confronti dell’Iran trova un ostacolo forte negli interessi sia geopolitici che economici della Russia.

"Interessi ci sono tra Mosca e Teheran, certo, ma ci sono anche con noi! Non facciamo l’errore della guerra jugoslava: noi siamo tra i maggiori partner economici dell’Iran... Abbiamo una visione spesso grottesca di cosa sia quel Paese: pensiamo a una nazione di pazzi e analfabeti, invece da quelle parti anche il ceto medio-piccolo ha letto, no n dico Dante e Petrarca, di certo Calvino e Moravia. Non abbiamo di fronte il Burkina Faso...".

...ma l’antica Persia.

"Perfetto. Loro si sentono profondamente persiani al punto che allo stesso scià Reza Pahlavi, che pure venne cacciato a pedate da Khomeini perché era la longa manus degli Stati Uniti e voleva occidentalizzare un Paese che non può essere occidentalizzato, veniva riconosciuta una certa dignità in quanto persiano. Mi pare che vi sia molta ignoranza nella classe dirigente Usa e mi ha anche colpito l’intervista di Umberto Ranieri, responsabile esteri Ds, che diceva sì alle sanzioni. Allora era meglio tenerci Berlusconi".

Anche perché gli americani saranno anche ignoranti, ma ragionano in base ai loro interessi e alla loro volontà di supremazia. Le classi dirigenti europee avrebbero invece, come quelle russe, tutto l’interesse a sviluppare una politica di collaborazione con l’Iran.

"Appunto, questa è sempre la differenza di fondo. Nella sciagurata guer ra alla Serbia, Washington aveva perlomeno un obiettivo, cal! colo preciso (poi rivelatosi sbagliato, tanto per cambiare): cioè quello di creare un cuneo di “Islam laico†nei Balcani in funzione del loro grande alleato turco. Noi siamo stati invece chiamati a combattere quella guerra non solo senza alcun interesse, ma contro i nostri interessi. Nel caso dell’Iran tale discorso è dieci volte più vero. E mi fa impressione l’atteggiamento della Germania".

Ossia?

"Mentre sotto la direzione Schroeder-Fischer i tedeschi mi sembravano aver compreso molto bene la questione, questa Merkel mi pare assai meno intuitiva. È la storia delle donne al potere...".

Non ti piacciono?

"Smettiamola un po’ coll’esaltarle... Dalla Albright alla Rice, fino alla Merkel... Quasi tutte le donne che hanno avuto un ruolo politico attivo, invece di sviluppare la loro componente femminile si sono appiattite su quella maschile".

La Thatcher insegna.

"Sulla Thatcher occorre un discorso a parte, fece vera politica, seppur forse al maschile. Gli inglesi hanno sempre una storia a sé, vantano anche una grande regina".

Parlavamo prima della Russia come ostacolo per gli Usa nello scacchiere mediorientale.

"È un contropotere al quale l’Europa dovrebbe agganciarsi".

Dà così fastidio che Washington vuole escluderla dal G8.

"Beh, certo: chi non si piega all’egemonia americana diventa uno Stato canaglia, o qualcosa di molto simile. Questo è inaccettabile in generale, men che meno per un grande Paese come la Russia, che pure ha molti scheletri non nell’armadio, ma ben visibili, in primis quello ceceno. Ma in un discorso di equilibri e di rapporti di forza non si può certo pensare di emarginare Mosca".

Torniamo al tema del 25 aprile, ma rimaniamo a Mosca. Tu dicevi: la Resistenza è stata un riscatto morale solo per quelle poche decine di migliaia di uomini e donne che vi hanno preso parte. D’accordo. Ma forse va ricordato che la maggioranza dei partigiani non combattevano per una democrazia liberale, ma in nome dell’Urss staliniana.

"È vero. All’interno della Resistenza si a! ssisteva a una prevalenza comunista, che è stata però anche molto gonfiata ed enfatizzata. Esisteva una ampia fetta per nulla legata al Pci. Può considerarsi emblematico che a fermare la colonna tedesca a Dongo, catturando così Mussolini in fuga, sia stato il conte Pier Luigi Bellini delle Stelle, alias il “partigiano Pedroâ€, che tutto era fuorché di sinistra. Era innanzi tutto una persona perbene, che non sfruttò per nulla la sua gloria resistenziale (a Dongo erano in sette contro trecento tedeschi armati, seppur in ritirata): da ingegnere fece una normalissima carriera all’Eni. Vale la pena ricordare l’episodio: Pedro catturò Mussolini e i suoi gerarchi trattandoli con la pietas che sempre si deve ai vinti; arrivò successivamente da Milano il “colonnello Valerioâ€, ossia il comunista ragionier Walter Audisio, fucilò sommariamente anche chi non aveva particolari responsabilità, come Claretta Petacci, e si giunse così a piazzale Loreto. Inutile ricordare che, a differenza di P edro, Audisio divenne parlamentare del Pci. Non dico che il modo di far la Resistenza dei comunisti fosse tutto alla maniera di Audisio, cioè volto a costruirsi una successiva carriera; ma certamente molte brigate partigiane erano al servizio dell’Urss, che peraltro in quel momento era alleata degli Usa".

Già, certamente la questione era complessa. Tu dici: è stato enfatizzato il ruolo dei comunisti all’interno della Resistenza. Ciò ci proietta sul dato iniziale della nostra discussione, la strumentalizzazione del 25 aprile come festa della sinistra, e non di tutti gli italiani liberati.

"I comunisti sono sempre stati estremamente abili nell’impadronirsi del 25 aprile, facendo apparire il loro contributo alla Resistenza molto maggiore di quello - peraltro grande - che in effetti fu".

Secondo te, è possibile oggi (o domani) un 25 aprile diverso? Una festa davvero di tutti?

"No, a meno che non vi sia una revisione politico-culturale di tutta la vicenda, della quale non mi pare che la classe politica abbia alcuna intenzione.! Se pensiamo che gli stessi libri di Renzo De Felice hanno creato polemiche infernali... Servono ancora molti, molti anni perché noi si riconosca quella che è stata la nostra partecipazione alla guerra mondiale e la liberazione, storia ignominiosa dall’inizio alla fine. È impossibile fare del 25 aprile una festa di tutti perché c’è stata una guerra civile, il cui principale responsabile è stato oggettivamente il fascismo. L’operato di Mussolini può anche essere rivisto e riconsiderato; ma la sua grande responsabilità rimane quella di aver posto le premesse per la guerra civile, cedendo a Hitler, cosa peraltro che non voleva fare. Quando era prigioniero a Campo Imperatore, vedendo gli aerei avvicinarsi, disse al tenente che lo teneva in custodia: “Sono inglesi, naturalmenteâ€. “No eccellenza sono tedeschiâ€. “Oh madonna!â€. Non desiderava essere liberato dai tedeschi, poi però ha acconsentito a Salò. Oggi non possiamo celebrare insieme una vicenda che è stata fratricida, che ha v isto contrapposte le parti migliori del Paese".

Le parti migliori? Perché?

"La maggioranza di coloro che combatterono credeva davvero in certi valori, benché molto diversi tra di loro. La massa opportunista e mediocre aspettava di vedere chi avrebbe vinto, poi si scatenò a piazzale Loreto essendo stata fascista fino a poco tempo prima".

Fino a quando dobbiamo restare prigionieri di questa guerra?

"Questa è l’Italia in cui nulla cambia, un Paese di opportunisti".

Non c’è allora particolare colpa in coloro che, per miseri fini politici, gettano nuovo sale su queste ferite mai rimarginate?

"Sì, c’è strumentalizzazione politica, ma io la vedo di più come una questione culturale, nella quale noi siamo appunto prigionieri".

Non basterà la morte - per cause naturali - della generazione che fu protagonista di quell’epoca?
Oggettivamente non siamo troppo lontani...

"Certo, avanzando nuove generazioni si può pensare che le cose cambino. Già gli attuali quarante nni su queste vicende ragionano in modo totalmente diverso, sono questioni così lontane nel tempo che per loro non hanno alcuna importanza. Se vuoi, è la forza degli Zapatero, di chi vive i problemi del suo tempo, non strumentalizza quelli di sessant’anni fa. Ricordo un congresso di An a Verona, poco dopo la svolta di Fiuggi. Gianfranco Fini aveva pronunciato un discorso interessante, disse di non voler più parlare di anticomunismo, che ormai era questione superata. Il sottinteso era: allo stesso modo, consegniamo alla Storia anche l’antifascismo. Aveva appena finito di parlare e piombò sul palco Berlusconi sventolando il testo Mondadori Il libro nero del comunismo. Il tentativo di Fini così abortì, oggi noi siamo divisi grottescamente tra anticomunisti e comunisti, non esistendo più i secondi, a parte la marginale compagine bertinottiana. Paradossale. Non ci sono reali ragioni per una contrapposizione così violenta nel Paese: come minimo siamo tutti nella stessa barca".

Che fa acqua.

"Esatto. Ci stiamo picchiando senza motivo s ulla barca che affonda".

Carlo Passera

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MessaggioInviato: 23 Apr. 2006, 12:51    Oggetto: Rispondi citando

1) se qualcuno le ha fatte c'e' un motivo, no !? Mr. Green

2) anche tu Hiei non mi sembri essere granche' originale...

a parte le frasi poco utili,

sono d'accordo con Massimo Fini e Carlo Passera sulla situazione, ma non credo alle conclusioni cosi' pessimisitiche fornite dal Passera, in merito all'inutilita' della lotta.

Probabilmente la Sinistra di oggi non merita troppa fede, ma credo che con la continuita' ed una nuova generazione di Sinistra si dovra' davvero fare qualcosa come Zapatero fa in Spagna.

Penso anche che la Sinistra di oggi sia troppo disomogenea e tendezialmente "centrista", ma purtroppo e' cosi' ed e' preferibile tapparsi un po il naso e votarla, siccome non votare e' come lasciare il Paese ad un vero monarca stile Luigi XIV ed instaurare la monarchia assoluta vera e propria.

Mettiamo una toppa a sta barca, approdiamo al porto + vicino e ricostruiamola partendo da cio' che di buono si puo' riutilizzare ( anche se e' ben poco probabilmente )XD

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MessaggioInviato: 24 Apr. 2006, 10:34    Oggetto: Rispondi citando

Che palle di uomo, debbo rispondere.

La gente, che te ne freghi o meno, LA DEVI CAMBIARE per realizzare i tuoi progetti. Se non vuoi capire nonn capire, ma fatto sta che volente o nolente, che te ne freghi di loro o meno, li DEVI cambiare.

Scusami ma ti devo ricordare io chi distribuisce l'alcool a livello mondiale? In origine la coca cola l'ha prodotta un misero farmacista e non conteneva aspartame, come del resto dumili anni fà il whiskey non conteneva malto transgenico. A buon intenditor...

Credi davvero sia utile togliere un minimo di soldi alle multinazionali, ovvero a quelle stesse persone che hanno in mano LE BANCHE e quindi hanno il controllo dell'economia e i soldi SE LI SFORNANO A BORSATE? Un pò di serietà per favore. E comunque ti posso dire una cosa: io non ho mai fatto del teppismo ingiustificato, o della violenza ingiustificata. Non ho mai dato a nessuno un pretesto per attaccarmi. Come ho già scritto, se devi fare qualcosa, fallo in grande, o sarà inutila (o come fai notare tu controproducente).

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MessaggioInviato: 24 Apr. 2006, 10:59    Oggetto: Rispondi citando

Harlocco ha scritto:
1) se qualcuno le ha fatte c'e' un motivo, no !? Mr. Green

Infatti. LORO le hanno fatte perchè gli idioti come te avessero qualcosa per poter ribattere e spargere la loro propaganda pur se non avete le facoltà intellettive minime per sostenere una discussione.

Tsk, è come sparare a un'anatra morta.

Harlocco ha scritto:
Probabilmente la Sinistra di oggi non merita troppa fede, ma credo che con la continuita' ed una nuova generazione di Sinistra si dovra' davvero fare qualcosa come Zapatero fa in Spagna.

UAHAHAHAH...riconosco però a Zapatero che ha tutt'un altra classe nel prendervi per il culo.
Citazione:
Penso anche che la Sinistra di oggi sia troppo disomogenea e tendezialmente "centrista", ma purtroppo e' cosi' ed e' preferibile tapparsi un po il naso e votarla, siccome non votare e' come lasciare il Paese ad un vero monarca stile Luigi XIV ed instaurare la monarchia assoluta vera e propria.

Hai proprio i sassi nella testa. Evidentemente nemmeno se venissero Prodi & C. in persona a pisciarti in testa la capiresti...c'è già la monarchia assoluta, una dittatura pressochè totale e i burattini di destra e di sinistra servono solo a illudere i polli come te perchè stiano buoni e non facciano casino.

Ma quale porto sicuro, a sostenere questi è sfondare la chiglia a colpi d'ascia...ed è proprio l'ultima volta che lo ripeto tanto parlare a un muro saebbe meglio - il muro almeno non dice cazzate.

sephirot ha scritto:
Credi davvero sia utile togliere un minimo di soldi alle multinazionali, ovvero a quelle stesse persone che hanno in mano LE BANCHE e quindi hanno il controllo dell'economia e i soldi SE LI SFORNANO A BORSATE?

Vedo che almeno qualcosa hai imparato...

Il sistema sta in piedi perchè tutti lo sostengono senza porsi domande, basterebbe una percentuale tra il 10 e il 20% che smette di sostenere il sistema per farne inceppare i meccanismi, e tutto ciò che indebolisce il nemico vien buono, in principio generale.

Da un punto di vista personale, non è stretamente legato ad un concetto di utilità, è che proprio, a ingrassare volontariamente chi odio, non ci riesco.

sephirot ha scritto:
Un pò di serietà per favore. E comunque ti posso dire una cosa: io non ho mai fatto del teppismo ingiustificato, o della violenza ingiustificata.

E allora perchè la sostieni?

Dovresti risolverle queste contraddizioni...ad esempio: ma tu non la volevi sterminare l'umanità? E allora perchè mi chiedi come fare per salvarla?

Comunque quel che scrivo qui ricorda che sono una frazione minima di ciò che so e ciò che ho in mente...devi sapere che per avere successo nella vita ci sono fondamentalmente due grandi segreti:

1) Non dire tutto quello che sai.

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MessaggioInviato: 24 Apr. 2006, 13:15    Oggetto: Rispondi citando

Hiei ha scritto:
Da un punto di vista personale, non è stretamente legato ad un concetto di utilità, è che proprio, a ingrassare volontariamente chi odio, non ci riesco.


Mi ricordi qualcuno.

Hiei ha scritto:
sephirot ha scritto:
Un pò di serietà per favore. E comunque ti posso dire una cosa: io non ho mai fatto del teppismo ingiustificato, o della violenza ingiustificata.

E allora perchè la sostieni?


Io sostengo teppismo e violenza giustificati. Ch è molto diverso.
Vai a leggerti sul mio blog qualche post fà, un nazi mi diede del black bloc. Leggiti la risposta. Sono coerente.

Hiei ha scritto:
Dovresti risolverle queste contraddizioni...ad esempio: ma tu non la volevi sterminare l'umanità? E allora perchè mi chiedi come fare per salvarla?


Perchè sono curioso di sapere cosa vuoi fare, tutto qua. E visto che almeno per una parte del cammino i miei obiettivi coincidono coi tuoi, una temporanea alleanza potrebbe essere utile. Almeno a non schiacciarsi i calli a vicenda. Non credi?

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