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Akito
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MessaggioInviato: 16 Nov. 2004, 17:15    Oggetto: Rispondi citando

Ho trovato una pagina di un sito dove spiega molto bene (a parer mio) cos'è esattamente il buddismo. E sfata anche molti luoghi comuni occidentali.



"BUDDHA e il BUDDHISMO
Semplici domande e risposte


1 - Buddha è un Dio?
Buddha è stato un semplice uomo.

2 - Perché viene adorato come un Dio?
Questa è un'idea errata che nasce dall'ignoranza relativa al Buddhismo. Non c'è motivo per adorare Buddha come un Dio.

3 - Quale Dio adorano i Buddhisti?
Buddha e i suoi seguaci non hanno parlato di Dio.

4 - Dunque i Buddhisti sono atei?
Buddha NON si è occupato dell'esistenza o della non-esistenza di Dio. L'insegnamento Buddhista riguarda la liberazione dalla sofferenza. Esso ha caratteristiche di grande universalità e non è incompatibile con la fede in Dio, né con l'agnosticismo o l'ateismo. L'esistenza e la natura di Dio non sono trattati nelle argomentazioni del Buddhismo. Possiamo quindi affermare che nessuno dovrebbe percepire, da parte del Buddhismo, una "concorrenza" alla propria fede, qualunque essa sia.

5 - Il Buddhismo è o non è una religione?
In realtà il Buddhismo NON è una religione, nel senso comune in cui questo termine è inteso. Ovverosia come una tradizione istituzionalizzata concernente una dottrina su Dio, su come gli uomini possono adempiere la Sua volontà, sulle autorità che possono fare da tramite fra l'umano e il divino, ecc...
Il Buddhismo ha, nei confronti di ciò, due caratteristiche fondamentali:

a) NON è alcuna di queste cose,
b) NON si pone in conflitto o in alternativa con esse.

È un fatto che, in alcuni paesi come il Tibet, il Buthan, la Thailandia... il Buddhismo è stato fatto diventare una "religione di stato", con tanto di Chiesa, di autorità ecclesiastiche, di dottrine, di moralismi. Di ciò non possiamo certo accusare Buddha, e nemmeno il suo insegnamento originale. Come, del resto, non possiamo accusare Gesù per gli errori delle Chiese Cristiane, per le loro scissioni istituzionali e per le loro divergenze dottrinarie...
Sul fatto che il Buddhismo sia o non sia una "religione", tanto l'occidente che l'oriente sono destinati, per lungo tempo ancora, ad alimentare una interminabile serie di favole e di pregiudizi.

6 - Se dunque il Buddhismo non è una religione, cos'è?
Il Buddhismo è un modo sostanzialmente pratico di affrontare il problema della sofferenza e di cercare una liberazione da essa. Fra le poche convinzioni del Buddhismo c'è quella che nessuna acquisizione intellettuale sia risolutiva in tal senso, né le speculazioni filosofiche, i culti, le pratiche liturgiche o i ritualismi di varia natura.
Il Buddhismo invita a compiere un percorso che deve essere:

a) esperienziale,
b) personale,

al di fuori di ciò si devia verso cose che possono anche essere belle, elevate, utili... ma che NON sono il Buddhismo.

7 - Tornando a Buddha, chi era?
Il Buddha che conosciamo dalle tradizioni è un'entità costituita in larga misura da elementi simbolici e leggendari. Esso è comunque inteso come pura e semplice natura umana. NON sarebbe corretto immaginare Buddha come un'essere sovrannaturale, in grado di compiere miracoli, una incarnazione divina o Dio stesso. La figura di Buddha fornisce lo stereotipo di ciò a cui l'uomo dovrebbe aspirare: ovverosia al fatto di essere illuminato e liberato.
Tutto questo non esclude, anzi probabilmente implica, che la figura di Buddha abbia radici in qualche realtà storica. È possibile, infatti che essa abbia preso l'avvio da un personaggio di stirpe regale, vissuto a cavallo fra il sesto e il quinto secolo a.C., contemporaneo di altri "grandi dello spirito": il greco Pitagora, il persiano Zarathustra, i cinesi Confucio e Lao Tze. Il Buddhismo ha ricevuto grande impulso da parte di un re indiano del III secolo a.C., Ashoka, il quale ha adottato (o adattato?) l'insegnamento per farne una religione di stato. Del resto si pensi al fatto che la prima stesura scritta dei "detti del Buddha" è stata fatta a Ceylon (oggi Sri Lanka) quattro secoli dopo il periodo presunto in cui Buddha sarebbe vissuto, e migliaia di kilometri più a sud dei luoghi della predicazione originaria.
Una delle fonti migliori per conoscere la figura di Buddha, e alcuni dei suoi probabili aspetti storici, è la seguente:

Thich Nhat Hanh, VITA DI SIDDHARTA IL BUDDHA, Astrolabio Ubaldini Editore, Roma (1992).

In questo libro si racconta che Buddha, il principe Gautama, o Siddharta, della nobile famiglia Sakya, in giovane età avrebbe lasciato moglie e figlio nonché avrebbe rinunciato al diritto al trono per darsi alla vita ascetica, in cerca della causa della sofferenza umana e della verità spirituale. Avendo sperimentato diverse filosofie e diverse pratiche, sarebbe giunto all'illuminazione attraverso una profonda interiorizzazione e la convinzione che gli eccessi e i vari ascetismi, così come i dogmi, le liturgie e le pratiche cultuali, non giovano in alcun modo allo sviluppo della consapevolezza. La vera consapevolezza, che é anche felicità, si raggiunge attraverso l'ABBATTIMENTO DELL'ILLUSIONE. Egli avrebbe insegnato vagando per molti decenni nell'India settentrionale, raccogliendo una vasta comunità di seguaci, talvolta osteggiato dal clero brahmanico locale. Sarebbe morto all'età di oltre ottanta anni.

8 - Cosa insegna il Buddhismo?
Il Buddhismo è un metodo, non una teologia o una dottrina. Più che teoria esso è PRATICA: un approccio operativo che ciascuno dovrebbe adottare nei confronti della propria vita. Ovviamente tale approccio prende le mosse da alcune convinzioni fra cui, volendo sintetizzare, quella che...

la vita è accompagnata dalla sofferenza perché l'uomo vive nell'inconsapevolezza della realtà,

egli si affida ai sensi e alla coscienza mentale, accettando come realtà quella che invece è un'interpretazione psicologica di carattere simbolico e illusorio, compresa la percezione del proprio sé come entità separata. La sofferenza è il prodotto di questa dissociazione. Nessuna acquisizione intellettuale può sradicare la sofferenza ma solo la realizzazione esperienziale e personale di tale dissociazione.

9 - Allora secondo i Buddhisti il mondo, essendo immaginario, non esiste, lo inventerebbe la mente?
Siamo completamente fuori strada...

la realtà esiste ma l'uomo non la percepisce come tale, bensì secondo schemi che dipendono dalla sua struttura neuropsicologica.

Forma, colore, calore, suono, pienezza, rarefazione, odore, sapore... sono rappresentazioni simboliche che non rispecchiano l'essenza della realtà e che, tra l'altro, riguardano solo piccoli segmenti di realtà. Anche il tempo e lo spazio, come categorie oggettive, assolute e distinte, appartengono all'universo delle interpretazioni mentali. Percorrendo questa strada il buddhista giunge persino a mettere in discussione il senso dell'ego. Ovverosia...

nega che esista realmente nell'uomo qualcosa di essenziale che possa essere definito un sé individuale che non sia, come tante altre percezioni, una rappresentazione illusoria.

10 - Il Buddhismo insegna la reincarnazione?
Può sembrare strano: la filosofia originale del Buddhismo NON insegna la metempsicosi, intesa comunemente come trasmigrazione dell'anima individuale da un corpo ad un altro. Ciò costituirebbe una contraddizione in termini ed è, di fatto, una leggenda metropolitana. Il Buddhismo insegna innanzitutto l'inesistenza sostanziale del sé separato. Con questo presupposto, quale sarebbe l'entità individuale che trasmigra da un corpo ad un altro? Qualche sedicente buddhista risponde: la mente personale; dimenticando, o ignorando, che la mente personale è la controparte psichica dell'architettura neurologica e che con la morte essa si dissolve.
Al di là delle tante comuni credenze popolari, secondo le quali è vero tutto l'impossibile e il contrario di tutto il possibile, IL DISCORSO SULLA REINCARNAZIONE ANDREBBE RIVISITATO come concetto di UNIVERSALITÀ della vita e della sua continua trasformazione attraverso INTERSCAMBI e relazioni di CAUSA-EFFETTO (legge del karma).
Purtroppo la chiarezza su questo punto è messa seriamente in pericolo dalla disinvoltura con cui talvolta opinioni e convinzioni di facile e conveniente fruibilità sono confuse con l'insegnamento reale, non altrettanto facilmente comprensibile dalla gente comune. La storia di tutte le religioni reali è storia di un intreccio fra credenze popolari e insegnamento originario. In conclusione: l'autentico pensiero Buddhista NON implica l'idea della reincarnazione intesa nel senso tradizionale della metempsicosi.

11 - Il Buddhismo invita ad assentarsi dal mondo e dalle sue faccende?
Siamo ancora fuori strada... Il Buddhismo insegna l'illusorietà del mondo ordinario che l'uomo conosce attraverso l'esperienza sensoriale, NON l'inesistenza del mondo e della realtà essenziale. NON insegna l'assenza ma il DISTACCO, e questo non implica l'assenza ma, al contrario, è la condizione ottimale della presenza.

12 - Col Buddhismo scienza e religione entrano in urto frontale?
È esattamente il contrario! Non esiste pensiero più in armonia con le acquisizioni della scienza moderna. Lo confermano la fisica relativistica e quantistica; quella degli spazi cosmici e quella delle particelle elementari. Lo conferma la biologia evoluzionistica, la neurofisiologia e la psichiatria. L'antica immagine euclideo-newtoniana del mondo materiale, nonché quella cartesiana del mondo mentale sono illusioni prospettiche che la scienza moderna ha iniziato a svelare come tali.

13 - Il Dalai Lama è, come il Papa per i Cattolici, l'autorità suprema e centrale del Buddhismo?
Certamente NO! Il Dalai Lama è solo il presidente in esilio del Tibet (nazione attualmente sotto il dominio cinese). Il governo tibetano precedente l'invasione cinese era costituito da una clerocrazia e il capo era, ed è considerato tuttora, Tenzing Gyatso (Dalai Lama). La sua popolarità nel mondo è dovuta senz'altro alle qualità umane, culturali e spirituali, ma la sua fama è in parte il risultato di una strumentalizzazione propagandistica nel conflitto economico politico che oppone l'occidente alla Cina (fermo restando, ovviamente, che il Tibet, come ogni altro paese, ha diritto alla sua libertà e indipendenza). Molte figure del Buddhismo contemporaneo, altrettanto degne, sono sistematicamente sconosciute in occidente, perché non sono adatte ad una simile strumentalizzazione utilitaristica. Il Buddhismo non ha nessun "Pontefice". Esistono numerose scuole e interpretazioni del Buddhismo, spesso identificate con le tradizioni dei paesi nei quali ha avuto maggiore sviluppo: Tibet, Shri Lanka, Birmania, Thailandia, Cambogia, Viet Nam, Cina, Corea, Giappone... Si può così parlare di Buddhismo Theravada, Mahayana, Chan, Zen, Tantrismo buddhista, ecc... In genere queste scuole non si pongono l'una nei confronti dell'altra in una situazione di aperto conflitto, come succede invece fra Cattolici, Ortodossi e Protestanti, in ambito Cristiano, o fra Sunniti e Shiiti, in ambito Musulmano.

14 - Perché dovrei convertirmi al Buddhismo?
Personalmente lascerei perdere ogni questione di CONVERSIONE, anche perchè non stiamo parlando di una religione o di una ideologia esclusivista, e la sostituirei con tutta un'altra domanda: ...perché dovrei continuare ad ignorare il Buddhismo? Troppo spesso le religioni sono indossate come divise della propria identità etnica e culturale, ed utilizzate come pretesti per giustificare le peggiori attitudini. È tempo che l'approccio spirituale muti radicalmente sostanza e che l'idea di APPARTENENZA sia letteralmente soppiantata da quella di COMPRENSIONE. Chi è nato e cresciuto cristiano, ebreo, musulmano, indù, agnostico, ateo... dovrebbe semplicemente essere quello che è nel MODO MIGLIORE possibile. In ciò il Buddhismo fornisce un buon aiuto.

15 - Che altro insegna il Buddhismo?
Oltre alle cose dette al punto 8, possiamo aggiungere, con riferimento a quanto classicamente attribuito allo stesso Buddha, che il Buddhismo insegna i "Tre Principi Fondamentali", le "Quattro Nobili Verità" e l' "Ottuplice Via":

I "Tre Principi Fondamentali":

IMPERMANENZA (tutto ciò che è esperibile ha inizio e fine),

NON SÉ (non esiste alcuna entità distinta e separata dal resto, nemmeno il "senso dell'io" che l'uomo percepisce come proprio sé),

NIRVANA (il substrato essenziale di tutto, compresa la dimensione umana, è una realtà radicata nella coscienza e libera dal dualismo piacere-dolore),
Le "Quattro Nobili Verità":


la Verità della sofferenza,
la Verità sull'origine della sofferenza,
la Verità sulla liberazione dalla sofferenza,
la Verità sulla Via che conduce alla liberazione dalla sofferenza,
L' "Ottuplice Via":


retta comprensione,
retto pensare,
retto parlare,
retta azione,
retto stile di vita,
retto sforzo,
retta contemplazione,
retta concentrazione.
Ovviamente tutto ciò deve essere ben spiegato, e non è questa la sede per tale approfondimento. Ci basti aggiungere che tali punti sono finalizzati a mettere l'uomo in condizioni di raggiungere l'esperienza non ordinaria di "conoscere se stesso" nella sua reale essenza. In conseguenza di ciò le cause comuni della sofferenza perdono la loro supremazia nell'universo psichico. L'uomo ha così accesso alla fonte della beatitudine totale (Nirvana) che è già latente in lui, soffocata dal meccanismo neurofisiologico a cui si trova normalmente sottomesso. Un obiettivo che si manifesta nel corso di tutta la vita comune come anelito a qualcosa di più risolutivo e permanente del semplice appagamento sensoriale o mentale.

16 - Che devo fare se voglio approfondire la mia conoscenza del Buddhismo?
Consiglio di iniziare con la lettura del libro di Thich Nhat Hanh che abbiamo precedentemente citato: "Vita di Siddharta il Buddha", seguito da "Il Sentiero" (stesso autore, stesso editore). In secondo luogo attingerei il più possibile alle fonti originali, fra cui principalmente il DHAMMAPADA. Solo in seguito leggerei commenti moderni, di autori occidentali e orientali. Infine cercherei di non dimenticare che la Verità ha un'unica casa: il centro di noi stessi. Quel luogo lo possiamo raggiungere esclusivamente da soli. Se vogliamo arrivarci, dobbiamo arrangiarci. Ma, per nostra consolazione, in tutte le strade, anche nelle più impervie, si trovano ogni tanto dei cartelli...



Posto qui per che volesse leggere altro anche l'indirizzo:
http://www.nostraterra.it/buddha.html

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MessaggioInviato: 16 Nov. 2004, 23:45    Oggetto: Rispondi citando

COMPLIMENTONI! *_______________________*

davvero esauriente e profondo!

grazie akito per i tuoi continui aggiornamenti!

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Essere guerrieri significa anche combattere per ottenere delle risposte,che guerriero sei KOR, se rinunci a combattere perche' dentro di temi di scoprirle queste dannate risposte?
Non e' di questa pasta che sei fatto, non ti permetto di deludermi.
Di che hai paura? Di farti male? Di soffrire? Io soffro e intendo continuare...voglio sentire questo dolore, scolpirlo dentro di me, perche' questo, ANCHE questo, e' provare al massimo le proprie emozioni, e' VIVERE.
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MessaggioInviato: 17 Nov. 2004, 09:53    Oggetto: Rispondi citando

Prego, lo faccio volentieri.
Direi che quelle domande e risposte chiariscono molte cose


Questa storia è una delle più famose che conosco su shakyamuni:

"Shakyamuni non propagava la Legge per incrementare il suo potere, né richiamava a sé i giovani con mezzi riprovevoli. Tutti avevano aderito al Buddismo a causa della ragionevolezza del suo insegnamento e della profonda saggezza e compassione che il Budda trasmetteva attraverso le sue parole e il suo comportamento. Inoltre, Shakyamuni era abilissimo nell’utilizzare per ciascuno il modo più appropriato di risvegliarlo alla verità.

Ad esempio, un giorno incontrò una donna disperata, che vagava per la città con il figlioletto morto fra le braccia, chiedendo a tutti una medicina per resuscitarlo. Shakyamuni si rese immediatamente conto che nessun ragionamento avrebbe potuto penetrare la sua sofferenza. Gli disse allora di essere in grado di preparare quella medicina, a patto che la donna gli avesse portato dei semi di papavero provenienti da una famiglia in cui non fosse morto mai nessuno. La donna, riacquistata la speranza, si recò di porta in porta, rendendosi via via conto che non c’era alcuno che non conservasse nel cuore la tristezza di una perdita.

Attraverso un abile mezzo, il Budda risvegliò la donna alla verità dell’impermanenza, ed ella divenne una seguace che fu in seguito riverita per la sua saggezza.

Shakyamuni era un brillante medico della vita, capace di rivitalizzare i cuori feriti della gente. A un discepolo che aveva l’abitudine di fare domande assai teoriche, Shakyamuni raccontò di un uomo il quale, ferito a morte da una freccia, pretendeva di sapere, ancor prima che il dardo gli venisse estratto, chi fosse stato a scagliarlo e da dove provenisse. «Così come l’uomo morì – disse Shakyamuni al discepolo – anche tu perirai senza aver raggiunto alcunché, proclamando fino alla fine che non farai progressi nella pratica fintanto che non saprai se il mondo è finito o infinito».

In tal modo egli convinse il discepolo che l’impegno concreto nella pratica aveva un valore di gran lunga maggiore del solo approfondimento della teoria."

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MessaggioInviato: 17 Nov. 2004, 18:46    Oggetto: Rispondi citando

per il racconto il buddismo serve per aprire la mente e rendersi conto della realtà che ci circonda e discernere come affrontarla?
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MessaggioInviato: 18 Nov. 2004, 09:52    Oggetto: Rispondi citando

OMEGA KOR ha scritto:
per il racconto il buddismo serve per aprire la mente e rendersi conto della realtà che ci circonda e discernere come affrontarla?


Si, il racconto è un'espediente che serve per rendersi conto che la realtà è l'impermanenza dei fenomeni, e quindi dovremmo tenerne conto per le nostre azioni.

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MessaggioInviato: 20 Nov. 2004, 12:09    Oggetto: Rispondi citando

le religioni giapponesi come lo shintoismo e il confucianesimo(sempre se si possono dire religione anche quelle) possono essere vicine al buddhismo?
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MessaggioInviato: 21 Nov. 2004, 13:29    Oggetto: Rispondi citando

OMEGA KOR ha scritto:
le religioni giapponesi come lo shintoismo e il confucianesimo(sempre se si possono dire religione anche quelle) possono essere vicine al buddhismo?


Il confucianesimo non lo conosco molto bene, ma ti posso dire che in Giappone solitamente Buddismo e Shintoismo vengono praticati insieme,
si sono come fusi, per esempio i kami shintoisti nel buddismo diventano delle divinità simboliche...
Comunque personalmente non condivido questo modo di fare, perché ritengo lo shintoismo un'insieme di supertizioni abbastanza inutili, anche se molto affascinati.

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MessaggioInviato: 23 Nov. 2004, 17:58    Oggetto: Rispondi citando

se uno ci pensa qualsiasi società ha le sue superstizioni ma nel caso di cina e giappone hanno un livello molto + profondo secondo me

non si limitano a dare un significato astratto o cmq una risposta a fenomeni naturali ma cercano di creare un messaggio pieno di virtù

secondo te,la visione agostiniana della filosofia(credi per capire e capisci per credere)in cui ci spiega che per arrivare alla conoscenza bisogna appoggirasi alla fede,trasportata nel nestro tempo la fede crostiana insieme alla via buddistica potrebbe creare una nuova filosofia su quella traccia?


oddio se non è troppo chiaro dimmelo eh

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MessaggioInviato: 23 Nov. 2004, 18:01    Oggetto: Rispondi citando

Creare una dottrina filosofica o una filosofia?
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MessaggioInviato: 23 Nov. 2004, 18:05    Oggetto: Rispondi citando

dottrina
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MessaggioInviato: 26 Nov. 2004, 10:38    Oggetto: Rispondi citando

mmm... francamente non saprei
Io sono abbastanza "contro" ad una cosa simile, anche perché non ne vedo il bisogno.
Ci sono già molte persone che mettono insieme alla loro fede in dio, anche pratiche buddiste, è una cosa talmente personale che il "creare una dottrina" sarebbe un po' come rompere questo equilibrio individualistico...

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Nova
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MessaggioInviato: 26 Nov. 2004, 14:19    Oggetto: Rispondi citando

Alla base di ogni dottrina filosofica c'è una filosofia.

Il pensiero,il concetto della filosofia sono senza limiti,ma una dottrina che si basa su di essa è regolata da principi fissi(gli stessi che molto spesso automaticamente emergono dalla parte concettuale,ma senza limitarla a meno che la natura stessa della filosofia non lo imponga).

Puo' essere probabilissimo che ci sia già un filo di pensiero come quello che concepisci,Omega.I principi esistono da millenni(o da millesimi).

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MessaggioInviato: 26 Nov. 2004, 14:25    Oggetto: Rispondi citando

Nova ha scritto:
ma una dottrina che si basa su di essa è regolata da principi fissi


E' questo quello che mi preoccupa...

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MessaggioInviato: 26 Nov. 2004, 14:33    Oggetto: Rispondi citando

Dopotutto,il corpus fondamentale rimane sempre nel pensiero dell'individuo,quindi se si prendesse parte in modo completo alla dottrina quasi automaticamente non la si seguirebbe più.
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MessaggioInviato: 26 Nov. 2004, 14:38    Oggetto: Rispondi citando

Nova ha scritto:
quindi se si prendesse parte in modo completo alla dottrina quasi automaticamente non la si seguirebbe più.


E' vero...
La cosa che più mi rattrista però è che molte volte non ci si rende (subito) conto di non seguirla più. E lì scattano complicazioni di vario genere.

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