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Autore Messaggio
Nova
Cipresso
FF Sacrificed


Registrato: 17 Mag. 2004
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MessaggioInviato: 08 Nov. 2004, 20:07    Oggetto: Rispondi citando

Riporto alla vita questo topic.

"L'Onore presso gli Antichi

Sempre più crescente sono oggi la curiosità e l’interesse per tutto quello che ha una matrice di origine celtica.

Questo sano interesse sempre più sentito, è anche la prova di come esso sia un elemento di ricerca di Valori antichi, che comunque sono facenti parte di ogni essere umano indipendentemente dal tipo di cultura a cui appartiene. L’attuale interesse per il mondo nordico e celtico si esplica non solo nell’organizzazione di concerti di musica celtica, nei festival, nelle conferenze a tema, nei manufatti artigianali tipici di queste aree e altro, ma anche e soprattutto nel modo di essere nella vita di tutti i giorni. Preferireste acquistare del buon idromele o sidro al supermercato o da un artigiano che pone nella preparazione del prodotto il suo “cuore celtico� La risposta è scontata. Allo stesso modo per forgiare una buona spada non è sufficiente conoscere la quantità, il tipo di acciaio usato e la dinamica artigianale… e ben sappiamo di come erano tenuti in grande considerazione i fabbri nell’antichità.

Così un insegnante o maestro, non è valido solo perché conosce le nozioni tecniche, ma perché è consapevole e perché il suo Cuore pregna i suoi insegnamenti.

Una celebrazione, un rito, una conferenza o una lezione, avrebbero in sé l’energia “sacra†di colui che la tiene se questi non rispettasse nella vita taluni Princìpi che muovono le sue stesse azioni quotidiane?

In altre parole si potrebbe dire che un guerriero è tale se è in grado rispettare e utilizzare certi aspetti che lo contraddistinguono solo in certi ambiti e in determinati momenti?

Per ciò che la nostra Tradizione e i suoi Anziani (e non maestri) ci hanno sempre insegnato direi proprio di no!

Un guerriero è tale sempre, così come lo è sempre un essere sacro e, parimenti, un artista, in ogni aspetto della sua giornata e della sua vita.

E’ una questione di Cuore che nella nostra Tradizione definiamo come Hugr: il centro dell’essere.

Gli antichi nordici e celti ai quali molte persone oggi fanno riferimento avevano dei Princìpi di vita molto semplici e fondamentali, che possiamo condensare in una breve frase: la vicinanza agli Dèi nelle loro azioni quotidiane per vivere una vita dignitosa e onorevole.

Ma attenzione, perché parole come Dignità e Onore non dovrebbero evocare vecchi ricordi di stampo politico, perchè gli uomini e le donne ai quali si fa tanto riferimento e dei quali si ricalcano gli aspetti quotidiani, tenevano in grande considerazione il proprio comportamento (e non l’atteggiamento) che altro non era poi se non il mezzo per essere riconosciuti ed accettati tra i propri simili.

Onore e Dignità sono qui scritti con la lettera maiuscola, perché si vuole sottolineare quanto questi aspetti siano sentiti e considerati come elementi del divino.

L’Onore riguarda la rispettabilità che un essere umano gode di fronte agli Dèi e di fronte agli Uomini, in virtù del proprio valore e della propria integrità morale/etica. Questa virtù è ben consapevole dentro l’essere poiché le sue azioni si basano su una qualità divina.

L’Onore era tenuto in grande considerazione non solo dalle popolazioni celtiche e nordiche, ma anche da altri popoli. Nell’antica religione romana ad esempio, esisteva un culto che celebrava la personificazione divina di Honos e Virtus (nel senso di Valore) e che agiva nell’ambito dell’attività guerresca o militare.

La Dignità poi, riguarda di conseguenza il prestigio etico/morale che l’uomo onorevole ha acquisito in tale condizione divina e che non si abbassa certo a compiere delle azioni vergognose e infamanti.

Ci si rende bene conto di come allora, Onore e Dignità erano facenti parte del modo di essere delle popolazioni a cui oggi si fa spesso riferimento. Di certo non tutti erano onorevoli e dignitosi nel loro modo di agire. Basta leggere il Mabinogion per accorgersi di come non sempre gli uomini, compreso i guerrieri più conosciuti fossero inclini a mantenersi fedeli a quello che dovrebbe essere perennemente un codice etico di comportamento. Ma di certo sappiamo anche che coloro che compiono azioni diffamanti, disonorevoli o puramente egoiche, sconteranno il fio della loro infamia di fronte agli Dèi e agli uomini stessi.

Tutto questo è ciò che i popoli nordici e celtici dicono relativamente al modo antico di comportarsi.

E tutto questo dovrebbe essere il motore che spinge oggi colui/colei che si avvicina a queste Tradizioni.


In guardia: il “Gatto e la Volpe†sono dappertutto.

Navigando in rete e stando a contatto con queste realtà da oramai molti anni, però, ci si rende conto di come le situazioni a volte siano un po’ diverse. Ci si accorge del fatto che in questo grande calderone ci siano anche persone che propongono cose che spesso hanno del farsesco. Associazioni o pseudo Clann che fanno riferimento a non meglio specificate tradizioni orali tramandate (solo a loro s’intende) e delle quali non si è mai sentito assolutamente nulla. Per di più alcuni di questi hanno la protervia di asserire di essere gli unici detentori di arcane conoscenze.

E’ un po’ come se domani, così di punto in bianco, arrivasse a casa nostra un perfetto sconosciuto e si presentasse come un bravo consulente, del quale però non si conosce nulla, al di fuori di ciò che lui stesso afferma. Può accadere anche nelle sue parole traspaia il tentativo di screditare altri operatori del settore……. purtroppo questi non sono episodi isolati neanche in questo “mondo celticoâ€. Ciò che dispiace realmente è che anche in Tradizioni e culture antiche, oggi riscoperte, non muti l’atteggiamento classico dell’uomo moderno: tirare l’acqua al proprio mulino, come si suol dire, facendo leva sugli interessi del momento. Cambia il target ma non cambia la metodologia, perché ciò che non cambia, è la “pochezza†d’animo. Meglio avvicinarsi ai nuovi “Maestri†con attenzione, senza sospetto, ma con la dovuta attenzione, cercando di comprendere ciò che ci può essere dietro la bella apparenza di sorrisi e sagge parole.

Chiediamoci quindi, tornando al discorso precedente, se un Maestro (come spesso qualcuno si fa chiamare) abbia bisogno di gettare infamia su altri gruppi o persone.

Purtroppo accade anche questo tra i nuovi celti, con un atteggiamento ha ben poco a che fare con l’Onore e la Dignità dei popoli antichi. Un dato di questo tipo sarebbe sufficiente per smascherare il fatiscente “Maestro†e tacciarlo come “venditore di fumoâ€.

Per tornare all’Onore e alla Dignità, ogni uomo e donna dovrebbe poter vivere secondo dei Princìpi sani, stando vicino agli Dèi e comprendendo che ogni essere umano è qui per Crescere, per evolvere, affinché il Sentiero intrapreso possa ricondurre ognuno verso la sua meta finale che, al di là delle Tradizioni e credenze, è per tutti l’UOMO."

Da http://www.laviadelnord.net/HOMEPAGE.htm ,sito di una piccola associazione che si occupa della conservazione e del recupero dei valori tradizionali caratteristici dei popoli del nord Europa.

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sephirot
OLIOLI
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MessaggioInviato: 13 Nov. 2004, 16:12    Oggetto: Rispondi citando

Deo (Nova) gratias.
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quanto mi manca tutto questo...
e anche questo



OLIOLIOOOOOOOOOOO!!!
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Nova
Cipresso
FF Sacrificed


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MessaggioInviato: 28 Nov. 2004, 21:17    Oggetto: Rispondi citando

Ciò che sto per postare è cosa non facile da digerire.
Proviene dal capitolo "La religione dei Germani" di "Le origini della cultura europea,vol.I:rivelazioni della linguistica storica";l'autore è Giovannni Semerano,un bravo studioso delle parole e non solo.
Purtroppo per comprendere appieno l'opera bisognerebbe possedere la conoscenza dell'autore riguardo alle lingue europee,ma possiamo almeno constatare quali sono i significati delle parole di cui si parla.
Riporto la parte in cui espone le ramificazioni linguistiche di Asi(nome degli dei nordici),più tardi,se potrò mantenere il possesso di questo libro,posterò altro su Odhinn,Thorr,etc.

<<..che significato hanno le notizie di Paolo Diacono (VII) che parte dei longobardi sia emigrata sotto la guida di due fratelli,Ebor o Ibor e Aio o Agio e che si sia scontrata con i Vandali,i cui re si chiamavano Ambri e Assi?Pare impossibile negare che l'emigrazione dei Longobardi è un passaggio "di là" dal fiume o dalle zone paludose: accad. eber,ebar (di là), ebraico 'eber('region or land beyond,riverland') e agû (lat. aqua), eppure la fraternità dei due è suggerita da omofonie al confronto con basi corrispondenti ad accad. ebru(confratello, alleato, 'friend', 'Genosse') e ahu (fratello, 'brother');così Ambri, come per Ambroni, richiama accadico apparu, sumero ambar (palude,'lagoon') e Assi significa "acqua profonda": accad. apsû, "elevato": āşÃ». Il significato originario della voce germanica per indicare la divinità, *ansuz, fu inteso alle origini "accanto alla palude","quello della palude": accad. an + şuşī : an, ana (a,presso, 'to, for, upon, up to') e şuşÃ» ('swamp').Ma in asi rivive un'antica voce che si confuse con la prima.Non fu data la dovuta attenzione a quanto è detto nell'Edda in prosa, cioè l'Edda di Snorri Sturluson (1178-1241), lo statista e poeta islandese che rinvia l'etimologia di Asi ad Asia.Noi sappiamo che il nome Asia significa "oriente",accad. āşÃ» aggettivo da accad. aşÃ» (sorgere, levarsi in alto , 'to rise');come mostra il greco ‘Ασίη la voce ha avuto sviluppi semantici, anche come idronimo, “sorgente di acquaâ€.Ed è evidente che l’antichissimo culto del sole tra i Germani autorizza a pensare che Asi sia affine alla base di έως, αώς, “auroraâ€, e che la voce antica sia stata preceduta da una base an- col senso di accad. Anu (Cielo, dio del cielo, ‘Himmelsgott’) che richiama il lat. Ianus. Asi è una delle parole più antiche per designare la divinità: Asi torna in anglos. ēsa ,nell’antroponimia gotica, longobarda, tedesca, sassone, anglosassone, burgunda.Giordane (De orig. actibusque Getarum, XIII 78 ) attesta che gli antenati dei Goti chiamavano i semideos Ansis. Le etimologie che se ne sono date, fra le quali da ANS- “respirareâ€,non chiariscono il valore dell’antichissima voce che in realtà ha antecedenti in quella base corrispondente ad accadico āşÃ» (alto, eminente, ‘high-rising’: detto anche di ‘ pillars as foundation terrace’) che ci riporta al concetto del bond e ai noti simboli di pali, di stipiti comuni ai culti dei Celti. Ma la voce ondeggia tra valori più modesti: gli Asi(ēsa zescot, “il colpo degli Asi, nella formula magica contro la lombaggineâ€) non sono le grandi divinità; come dice Giordane, sono i semi-dei, se è vero che il germ. ansu- si identifica con lo spirito dei defunti; accanto ai potenti dei, essi sono i grandi mortali, ma pure dei “signori superniâ€: accad. ēnu āşÃ» .
Va aggiunto che quella voce prende sviluppo dallo scadimento e fraintendimento della base d’impianto su cui si amalgamano molti elementi sincretistici: è la stessa cosa che troviamo nell’etrusco αισαρ,aesar: accad. A-Å¡ir, An-Å¡ar, A-Å¡ur, AÅ¡Å¡ur di cui A-Å¡ur ricorre nelle iscrizioni degli antichi assiri e nei nomi personali che emergono dalle tavolette assiro-capadociche, risalenti al III millennio a. C. Au-sar pare scrittura tarda dei tempi di Sennacherib o Assurbarnipal. La voce potè incrociarsi con accad. aÅ¡aru, aÅ¡ru nel senso di tempio (‘sacred place, cosmic locality’) o eÅ¡Å¡u. …>>.

Confusi?

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Marsh`
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MessaggioInviato: 28 Nov. 2004, 22:30    Oggetto: Rispondi citando

abbastanza

interessante però (le lingue antiche sono affascinanti).
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Hiei
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MessaggioInviato: 06 Gen. 2005, 15:19    Oggetto: Rispondi citando

Dunque, finora la trattazione e' stata interessante, anche se si e' interrotta...piu' che altro la mera trascrizione dell'Edda mi risulta un po' asettica e anonima.
Poi volevo saperne di piu' sulla visione del mondo (al di la' della semplice descrizione di Yggdrasil ecc. tipo lezione di geografia), sui valori e la filosofia nella mitologia nordica e sul Valhalla (pregasi postare MOLTE immagini di Valkyrie... ).

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"Non c'e' schiavo piu' stupido
di quello a cui si debbono mostrare le catene che lo imprigionano perche' divenga consapevole del suo stato"




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Nova
Cipresso
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MessaggioInviato: 06 Gen. 2005, 19:30    Oggetto: Rispondi citando

Volevo precisare che trascriviamo pezzi di opere antiche,perchè in essi sono contenuti i valori,la filosofia e la visione del mondo nordici nella loro vera essenza(poichè scritte dagli stessi Scandinavi).Commentarli sarebbe ottimo per riflettere su di essi,dunque provvederemo a ciò(scusate se non ho mai scritto un "cosa ne pensate?" alla fine delle trascrizioni).

Il sito da cui ho riportato qualche post fa un articolo contiene materiale dedicato proprio a quello che dice Hiei,ma non in maniera,come dire,ristretta a una sola porzione di tradizione(quella di un solo gruppo tribale).Ecco un altro assaggio(ricordiamo che questo non è il significato assoluto della tradizione nordica,ma solo un significato):

"La Tradizione nordica è una tradizione spirituale che rispetta la forza della vita in un equilibrio dinamico tra le fondamentali polarità dell’esistenza. Essa non promuove l’aspetto dominante delle cose cancellando o cercando di cancellare il suo opposto. Non è una cultura antropocentrica, in quanto considera l’uomo solo un “figlio†della Terra di Mezzo (il pianeta sul quale esistiamo) e una parte integrante di un tutt’uno. Essere in equilibrio con il mondo non significa esserne il padrone e neppure essere in balia delle cose.

Elementi fondamentali di questa Tradizione sono il contatto e l’integrazione con la Natura e con tutti i suoi figli.

Tollera altre visioni di una Verità dalle molteplici sfaccettature e non fa distinzione tra il sacro e il secolare: il mondo e il nostro ruolo in esso sono vissuti entrambi come elementi del Sacro.

E’ importante comprendere inoltre che la devozione di un popolo alle varie divinità della propria religione, è, in definitiva, solo un’interpretazione tribale, linguistica e culturale relativa al popolo stesso, né migliore né peggiore di altre: ciò che conta è l’essenza e non la forma.

L’importanza di tale Tradizione riguarda la natura dell’universo e la collocazione umana in esso."

Commentate pure questo pezzettino,se volete.
Evidentemente la tradizione qui è in qualche modo riletta in chiave moderna e piuttosto evoluta.

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Hiei
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MessaggioInviato: 07 Gen. 2005, 11:54    Oggetto: Rispondi citando

Non mi stupisce che si sia cercato di cancellare le tradizioni nordiche.

Se togliamo il "sacro" e il "divino" la fusione tra filosofia nordica e aspetti pratici del buddismo risulta vicinissima alla mia personale filosofia guerriera (anche se mancherebbero alcune cose).
E che non ho mai studiato nessuna delle due...

Citazione:
"La Tradizione nordica è una tradizione spirituale che rispetta la forza della vita in un equilibrio dinamico tra le fondamentali polarità dell’esistenza. Essa non promuove l’aspetto dominante delle cose cancellando o cercando di cancellare il suo opposto. Non è una cultura antropocentrica, in quanto considera l’uomo solo un “figlio†della Terra di Mezzo (il pianeta sul quale esistiamo) e una parte integrante di un tutt’uno. Essere in equilibrio con il mondo non significa esserne il padrone e neppure essere in balia delle cose.

Questa parte in particolare...penso che si riconosca l'affinita' con piu' di una cosa che scrissi di mio pugno nella "via del guerriero".

Nova, per mia curiosita' personale hai anche qualcosa sottomano di documentazione storica su come le persone comuni nella vita quotidiana vivessero queste tradizioni?

[Per inciso non ho nulla in contrario a proseguire con le trascrizioni]

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Arcanum
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MessaggioInviato: 07 Gen. 2005, 15:04    Oggetto: Rispondi citando

Hiei ha scritto:
Nova, per mia curiosita' personale hai anche qualcosa sottomano di documentazione storica su come le persone comuni nella vita quotidiana vivessero queste tradizioni?


Se ti interessa questo aspetto cerca il ibro, se ne hai la possibilità, "I Miti Nordici" di Gianna Chiesa Isnardi, dovrebbe fornirne un'ampia trattazione, tuttavia non ti assicuro nulla in quanto lo sto cercando tutt'ora anche io.
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Nova
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MessaggioInviato: 07 Gen. 2005, 16:37    Oggetto: Rispondi citando

Forse ti puo' interessare qualcosina di questa pagina,Hiei:

http://spazioinwind.libero.it/popoli_antichi/Vichinghi/Vichinghi-societa.html

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Hiei
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MessaggioInviato: 08 Gen. 2005, 08:58    Oggetto: Rispondi citando

Citazione:
Nei confronti del sesso il runico aveva un rapporto molto aperto. Non lesinava di fare all’amore in pubblico. Si racconta che prima di comprare delle schiave, queste venivano provate in pieno mercato.

SPET-TA-CO-LA-RE.

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MessaggioInviato: 21 Gen. 2005, 22:16    Oggetto: Rispondi citando

http://www.acam.it/mitologia_nordica.htm

Se avete del tempo,leggetevelo,i commenti sono ben accetti.

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Akito
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MessaggioInviato: 27 Gen. 2005, 12:31    Oggetto: Rispondi citando

Citazione:
La parola racchiude in se stessa la “vibrazione†, e particolari parole generano potentissime vibrazioni. In Egitto, per esempio vi e’ la tradizione delle “parole di Potenza†, o ancora basti pensare al kiai , il grido di battaglia dei samurai giapponesi o ancora all’energia dell’ Ohm delle filosofie indiane.

Le stesse formule magiche medievali si baserebbero sull’energia della vibrazione rendendo importante non quello che si dice nella formula , ma la vibrazione che esso genera.


Incredibile, è la stessa identica cosa che avviene nei rituali buddisti,
la recitazione dei mantra (secondo alcune scuole) infatti permette che la vibrazione della voce influisca la mente in modo tale da spostare l'attenzione sul suono, e creare una specie di rilassamento e allontanamento dall'analisi della stuazione presente dell'individuo, in modo che, finita la recitazione, si ritorna "alla realtà" vedendo le cose da un altro punto di vista e riuscendo anche a risolvere situazioni che prima parevano insormontabili.

Naturalmente nella mitologia nordica probabilmente ciò veniva interpretato come un modo per "avvicinarsi" agli dei.

(Ditemelo se sparo caxxate )

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Nova
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Registrato: 17 Mag. 2004
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MessaggioInviato: 27 Gen. 2005, 13:15    Oggetto: Rispondi citando

Tanto ci sarebbe da dire.

L'articolo a quel proposito diceva "le rune erano usate dai popoli nordici sia come linguaggio sia come metodo di divinazione, ma anche come strumento magico per scagliare maledizioni o per guarire malattie".

Quanto la parola sia importante nella cultura antica.

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Akito
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MessaggioInviato: 27 Gen. 2005, 15:17    Oggetto: Rispondi citando

Mi interessa anche il fatto che inizialmente la società fosse matriarcale , più che altro per curiosità, mi sarebbe piaciuto vedere com'è, visto che non ho la più pallida idea di si possa vivere in una società così.
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Arcanum
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MessaggioInviato: 19 Mar. 2005, 11:08    Oggetto: Rispondi citando

Riprendo con la trascrizione dell'Edda; questo è il frammento sul Valhalla.

_______________________________________________________________________

Allora parlò Gangleri: «Tu dici che tutti gli uomini che sono caduti in battaglia dall'inizio del mondo sono ora giunti da Odino nella Valhalla. Ma che cosa ha da dar loro da mangiare? Penso che là ci debba essere una folla enorme. »
Allora Hár rispose: « Vero è ciò che tu dici, là c'è una folla enorme; e molto più grande ancora dìventerà, e tuttavia parrà assai scarsa quando verrà il lupo. Ma mai ci sarà nella Valballa una folla così grande che non possa bastare per loro la carne di quel verro che si chiama Sæhrímnir. Esso vien cotto ogni giorno ed è [di nuovo] integro la sera. Ma a proposito della domanda che tu ora poni, mi pare molto probabile che pochi siano così sapienti da poter dire il vero al riguardo. Il cuoco sì chiama Andhrímnir, ed Eldhrímnir il calderone; così è detto qui:

Andbrímnír fa
in Eldhrímnir
cuocere Sæhrímnir,
la migliore fra le carni,
ma pochi lo sanno
di che cosa si nutrono gli Einheriar.
»

Allora parlò Ganglerí: « Forse che Odino prende lo stesso pasto degli Einheriar? »
Hár disse: « Quel cibo che sta sul suo tavolo, egli lo dà a due lupi che possiede, che così si chiamano: Geri e Freki, e di nessun cibo egli ha bisogno; il vino è per lui tanto bevanda quanto cibo. Così dìce qui:

Geri e Freki
sazia abituato alla battaglia
Heriaföđr glorioso,
ma col vino soltanto
glorioso per le armi
Odino vive per sempre.


Due corvi stanno sulle sue spalle e gli dicono nelle orecchie tutti gli eventi che vedono o odono; essi si chiamano così: Iluginn e Muninn." All'alba egli li manda a volare intorno al mondo ed essi tornano indietro all'ora del pasto, così egli viene a sapere molte notizie. Perciò gli uomini lo chiamano Hrafnaguđ. Così come è detto:

Huginn e Muninn
volano ogni giorno
sopra la vasta terra;
io temo che Huginn
non torni indietro,
sebbene io tema di più per Muninn.
»


_______________________________________________________________________

Questa è la prima parte sul Valhalla, più in là posterò le seguenti. Se avete qualche dubbio o non capite qualche nome ate un fischio.
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